Come Scrivere Un Best-Seller E Trovare L'Amore In 30 Giorni

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_*Rebus*_
» Posted on 1/8/2010, 15:10






1 Capitolo

Jane Sander era stanca,affamata e agitata.
Aveva la testa sulla tastiera del suo portatile e gli occhi socchiusi.
Non dormiva da 2 giorni e non aveva intenzione di farlo fino a quando non arrivava l'ispirazione per il nuovo libro che doveva finire entro 30 giorni.

Jane Sander era una donna castana,non particolarmente bella e con qualche chilo di troppo.
Ma aveva una vocazione.
Scrivere.
Lo faceva da quando era bambina e i 6 libri che aveva pubblicato fin'ora erano diventati tutti Best-Seller ed avevano venduto milioni di copie.
Il suo genere variava dal romantico,all'avventura al thriller:Era brava in qualsiasi tipo di storia.
Ma la sua editrice le aveva detto che il prossimo doveva essere una commedia romantica,visto che il libro che aveva venduto di più era il secondo pubblicato,cioè proprio una commedia romantica.

Le piaceva come genere,ma negli ultimi tempi non trovava l'ispirazione giusta.
Sentiva che era vicina a trovare la giusta strada,ma ancora non ci era arrivata...
Per trovarla,però,aveva solo più 30 giorni.

Era seduta su quella sedia da 2 giorni,oramai, e digiunava da 1.
Aveva costretto il suo corpo a non alzarsi fino a quando non avrebbe trovato l'ispirazione giusta.
Ma questa tardava ad arrivare.

Con la testa ancora sulla tastiera,chiuse definitivamente gli occhi e si addormentò,così com'era.

Driiiiiin! Driiiiiiiin!
Il telefono svegliò Jane,con la bava secca sulla guancia in parte e sulla tastiera.
"Pronto?" Rispose con la voce ancora mooolto addormentata.
"Ciao Jane!"Una voce squillante,appartenente ad una donna del sud America fece spalancare gli occhi a Jane.
Aveva riconosciuto la voce,purtroppo.
Era Dee,la sua editrice.
"Ehmmm....Ciao Dee!" Rispose con falsa vivacità.
"Lo sai che giorno è oggi?"
"Nooo,che giorno è oggi?" Finse
"Da oggi manca meno di un mese alla consegna del tuo nuovo capolavoro!"
"Ahhh..Sì..Certo..."
"Perchè c'è il capolavoro vero?"
"Certo che c'è!" Deglutì "Ormai mi conosci...Sai che non so mentire!"
"Appunto! Me ne accorgo quando menti"
"Ah."
"Ah."
"Senti,Jane,te lo dico con tatto...Se tra 29 giorni il tuo manoscritto non sarà sulla mia scrivania,qui in ufficio,non disturbarti a tornare per nessuna circostanza."
"Ah." Jane era terrorizzata.
"Perfetto! Ciao,buon lavoro!"
E riattaccò.

Jane s'infilò gli occhiali e si alzò dalla sedia,pian piano.
Andò in cucina,aprì il frigo per preparare colazione,ma non trovò niente di adatto,così aprì uno sportello della dispensa e frugò,con ancora gli occhi chiusi ed addormentati.
Ne tirò fuori una scatola di cereali di fiocchi d'avena e li trascinò sul tavolo.
Sempre con gli occhi chiusi,aprì un altro sportello e afferrò una tazza sul viola che appoggiò vicino alla scatola.
Infine riaprì il frigo e prese il cartonato di latte e finalmente si sedette.

Dopo aver messo i cereali e il latte nella tazza,continuò a dormire praticamente,ma quando vide l'ora si svegliò magicamente.
Erano le 10.
Per tenersi sveglia mentre mangiava lesse quello che c'era scritto sulla confezione dii cereali:
"Vinci un viaggio in Italia! Invia il codice qui sotto via sms e partecipa all'estrazione!"

Italia...
C'era stata 2 estati prima in una città in Liguria che era anche soprannominata "La città degli innamorati".
Appena finì di leggere,il cervello da scrittrice fece il suo lavoro ed arrivò l'ispirazione.
Drizzò la schiena sulla sedia e spalancò gli occhi.
<<so quale sarà la trama del mio nuovo libro!>>
E così dicendo corse davanti alla tastiera,sulla scrivania del suo studio,Aprì una nuova pagina di Microsoft Word e iniziò a digitare velocemente sulla tastiera:



Ashley Davis era una ragazza normale.
Tipica New-Yorkese,dai capelli dorati a boccoli,con gli occhi grigi e un fisico da schianto per una ventiduenne tutta pepe.
Viveva in un piccolo appartamento che dava su Madison Square con il suo fidanzato,Tony,Ma quella mattina non sapeva che tutta la sua vita sarebbe cambiata nel giro di poche ore.
Si era svegliata alle 7 ed alle 8 iniziava il suo turno di lavoro.
Era un'impiegata in una delle industrie più grandi di New York,una di quelle con sedi in ogni parte del mondo,e lì si trovava bene anche se il salario era minimo.
Il suo fidanzato era un tipo atletico,tutto palestra e casa,palestra e casa.
Aveva i capelli sul marrone chiaro e degli attraenti occhi blu che insieme al fisico da atleta contribuivano a portare a letto tutte le donne che voleva.
Ma il suo cuore apparteneva solo ad Ashley,o almeno lei così credeva.
Quella notte avevano fatto l'amore e lei ne era felice perchè era davvero innamorata di lui,ma la faccia del ragazzo non sembrava pensarla alla stesso modo.
<<ashley...Dobbiamo parlare...>> Le disse lui con un tono soffocato.
<<dimmi,amore!>> Rispose lei con un sorriso.
<<io...Ti lascio.>>
<<cooosa?>> La sua bocca aveva preso la forma di una O con i lati schiacciati.
<<sì...Scusa..Però non mi soddisfi sessualmente...>>

Due minuti dopo Ashley era mooolto impegnata.
Stava buttando giù dalla finestra dell'appartamento tutte le cose di Mike,oramai il suo ex,e nel frattempo gli urlava contro.
<<non ti soddisfo sessualmente?Vaffan*ulo,str*nzo!Vai a cercare la soddisfazione dalle tue amichette prostitute!>> Gli urlava mentre buttava dalla finestra la sua chitarra elettrica.
<<ash,ma sei matta?! Quella era la chitarra con sopra l'autografo di Marilyn Manson!>>
<<ah sì?>> Prese dalla libreria un'enciclopedia e la tirò con la violenza dalla finestra,cercando di prendere in pieno la chitarra. <<ciao ciao Marilyn!>> Gli disse ocn un sorrisetto.
Poi lo afferrò dalla camicia e lo trascinò alla porta che aprì,per cacciarlo.
<<ash...Dai...Sono ancora in mutande!>>
<<bene...FOTTITI!>> Gli disse chiudendogli la porta in faccia.

Ma Ashley non sapeva che quello era solo l'inizio del suo cambio di vita...


Fine Capitolo 1

Se vi piace,ho già il secondo capitolo pronto! u.u

Edited by _*Rebus*_ - 4/8/2010, 18:06
 
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~ Cinderella
» Posted on 2/8/2010, 12:18




Intrigante! xD
Posta il 2° capitolo **
 
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_*Rebus*_
» Posted on 2/8/2010, 14:02




Agli ordini signora!
Accontento subito


Capitolo 2

"Cavolo,Jane!Ti eri promessa di non ispirarti mai a te stessa per scrivere storie!"
La donna si stava rimproverando,ma ormai ci era dentro.
"Ho bisogno di una passeggiata..Devo rinfrescarmi i pensieri..."
Si cambiò velocemente e uscì con solo la piccola borsa,diretta verso nessun posto preciso.

Dopo un quarto d'ora decise di passare in supermercato per comprare un pò di roba precotta da manigare durante il mese,visto che le mancava meno di un mese per scrivere un libro decente di cui la trama non è ancora determinata.
Insomma,un casino.

Arrivò alla cassa numero 2 con un carrello pieno di precotti e lì venne riconosciuta da un fan.
<<scusi ma lei è Jane? Jane Sander?>>
<<sì,sono io..Dove devo fare l'autografo?Ti dico subito che non lo faccio su parti intime.>> Jane si era stufata di firmare autografi,all'inizio era un segno di riconoscenza,ma ora l'aveva stancata..Soprattutto da quando un tizio le aveva chiesto di firmargli i..Glutei.
<<peccato,lo volevo sul fondoschiena!>> Scherzava.
Anche a lei scappò un sorriso.
<<comunque piacere,io mi chiamo Paul Nytes.>> Le disse porgendole la mano.
Lei la strinse,ma era sorpresa...Nessuno le aveva mai fatto una presentazione ufficiale...Volevano solo un suo autografo da vendere su eBay gli altri..Ma Paul no...Perchè?
<<piacere Paul>>
Paul era un ragazzo alto,molto più alto di Jane,dai capelli neri con,nel centro,un ciuffo ribelle;Gli occhi erano magnetici,erano marroni però particolari.Era vestito con una canotta attillata che lasciava intravedere i suoi muscoli,un cappellino in testa e dei pantaloncini.Ai piedi portava delle Nike...Era dietro di lei alla cassa e in mano aveva solo una Gatorade.
Aveva anche la fronte sudata,probabilmente faceva jogging ma doveva essergli venuta sete allora era entrato nel supermercato per comprarsi da bere.
Un'anziana donna dietro di loro si era stufata: <<scusate,potete fare conversazione dopo aver pagato?Noi dovremmo andare a casa!>>
Effettivamente dietro di loro c'erano altre 3 persone in attesa di pagare la spesa.
<<scusi signora...>> Disse vergognandosi Jane,che velocemente pagò e se ne andò con la coda fra le gambe.

A 6 o 7 metri di distanza dall'uscita del supermercato Jane venne bloccata da un braccio che la tratteneva.
Era proprio Paul.
<<scusa..Ma non puoi lasciarmi il tuo numero?>> Non era abituato a chiederlo,di solito le donne lo chiedevano a lui.Ma Jane non era una donna qualunque,lei era diversa.
<<scusa,lo vuoi davvero?>>
<<certo.>>
<<strano..Vedi anche tu che non sono una bellezza...>>
<<perchè dici così?>>
<<perchè è quello che penso di me>>
<<beh,tu,per me,sei più bella di una qualsiasi altra ragazza che ho mai frequentato.>>
<<allora devi proprio aver frequentato dei cessi...>>
Lui la baciò,interrompendola.
<<senti questo è il mio numero,chiamami!>> Le diede un biglietto da visita,le fece l'occhiolino e riprese a fare jogging,nella direzione inversa.

***

Jane era rimasta letteralmente scioccata.
Perchè quel ragazzo si era comportato così?
Non le era mai capitato..
Fece la strada di casa pensando ai motivi.
Quelli che le sembravano più reali erano: Candid camera o scherzo di amici.
"Mah..."

Tornata a casa si era subito piazzata davanti al computer.


Ashley era scossa e agitata.

Non ci poteva credere.

Quell'idiota sempre disoccupato era stato in casa sua per 2 anni e ora le diceva che non la soddisfava sessualmente?
Fosse morto schiacciato da un tram!
Comunque,Ashley si dirigeva verso il lungo grattacielo azzurro,la sua azienda.

Salita al ventunesimo piano si piazzò alla sua scrivania e iniziò a lavorare come se niente fosse.
Che donna forte.
Una collega attraente e con i capelli raccolti in una coda di cavallo le stava venend incontro con passo deciso.
<<e' lei la signorina Ashley?>> Chiese con voce severa.
<<sì,certo,perchè?>> Ash si era preoccupata.
<<mi segua.>>

Camminarono per circa 2 minuti,fino ad arrivare all'ascensore principale.
Quello che collegava i vari piani con un solo ufficio.
Quello dell'ultimo piano.
Quello del direttorfe generale.

Nesuno lo aveva mai visto e nessuno avrebbe voluto vederlo,perchè se lo vedi vuol dire che sei licenziato.
Lei e la donna salirono in quel'ascensore.
Ad Ashley nessun viaggio in ascensore era mai sembrato così lungo.
Stava firmando il suo licenziamento?

Fine Capitolo 2

Edited by _*Rebus*_ - 4/8/2010, 18:06
 
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_*Rebus*_
» Posted on 5/8/2010, 18:31




Se nessuno commenta non posto ùù
 
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» Posted on 27/8/2010, 10:09
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AFTER ALL THIS TIME?
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Non mi soddifi sessualmente?-.-'' Io ce l'avrei mandato direttamente sotto un tram quel vacco u.u vai avanti dai **
 
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_*Rebus*_
» Posted on 30/8/2010, 13:36




Capitolo 3

Ashley,ancora in ascensore con il prototipo di donna perfetta accanto,era in ascensore,Diretta al quarantaduesimo piano.
Il piano del direttore generale.
Si stava preparando,sapeva che la fine era vicina.
"Ma perchè mi vuole licenziare?!"
Ashley era molto scossa.
Non aveva fatto niente di male,anche se era estate non era ancora andata una settimana in ferie e ultimamente aveva lavorato più sodo del solito.
Si stava trattenendo,ma ancora poco e sarebbe scoppiata in lacrime.
Quello era il giorno più brutto della sua vita.
Prima Mike che la lascia,così..Per un capriccio.
Poi questo.Un licenziamente indovuto.

Din-Din.

L'ascensore era arrivato.
La donna accanto a lei uscì prima,appena uscita le si aprì un sorriso enorme sul viso.
"Cavolo,ma questa è contenta di vedere le persone che soffrono prima di essere licenziate?!"
L'avrebbe voluta mandare a cagare,ma si trattenne per non peggiorare la sua situazione,già troppo ingiusta.

Le due stavano attraversando un lungo corridoio molto moderno.
Il soffitto era curvato e ricoperto di legno lucido e le pareti laterali erano di metallo,anch'esso lucido con qualche pianta e grassa tra uno stipite e l'altro.
Quel corridoio era lungo già di suo,ma in quell'occasione lo sembrò ancora di più.
Ad un certo punto Ashley vide due porte vetrate con grandi manici di metallo paralleli.
Eccola.
La stanza della sua fine.
L'ufficio del direttore.

Le porte,elettriche,si aprirono appena videro le due.
E fu allora che Ashley vide per la prima volta il direttore.

Il direttore era un uomo sulla sessantina,brizzolato,molto alto e molto elegante nella sua giacca nera firmata,cravatta blu su camicia bianca a righe azzurre e pantaloni vellutati dello stesso colore,e firma,della giacca.
Il suo ufficio era un posto fantastico dove lavorare.
C'era un camino per le giornate più fredde ed un condizionatore per quelle più calde.
C'era un tv al plasma,attaccato ad un muro,da 50 pollici e tante fontane zen,che attivate tutte insieme emettevano un suono molto rilassante.
La scrivania era situata al centro della stanza,fatta di vetro e legno lucido.
Sopra di essa c'erano tanti documenti e fogli oltre ad un computer d'ultima generazione.

<<buongiorno,signorina Davis>>
La sua voce roca era molto sexy.
<<buongiorno signor..>>
Disse cercando di vedere il nome sulla targhetta del tavolo.
<<..Bryan>>
<>
Aveva sbagliato il nome.
Oddio.
Di male in peggio.
***
Lui si schiarì la voce e riprese a parlare.
<<ho una notizia molto importante da darle.Una notizia che le cambierà la giornata,se non la vita.>>
Ashley si rabbuiò.
<<prego,mi dica pure.>> Disse cercando di trattenere le lacrime.
<<lei è stata...>>
L'uomo guardò la donna dietro Ashley e insieme sorrisero,quando la stanza venne sommersa da una marea di coriandoli scintillanti.
Ashley era in trans.
Aveva gli occhi chiusi.Pensava che se li avrebbe tenuti chiusi per tutta la durata del colloquio non sarebbe scoppiata a piangere,ma quando qualcosa le andò sul naso dovette aprirli.
"Un coriandolo?!"
Solo allora vide il sorriso sul viso del direttore e della donna perfetta.
Ash si portò le mani alla bocca.
Non ci poteva credere!
Cos'era tutta quella roba?!
<<..è stata trasferita!>> Riprese l'uomo.
<<oddio! Un trasferimento?!>>
Era perfetto!Nuova città,nuova vitaq,nuovi amici.
Così non avrebbe più vissuto nel passato!
"Vivi Ogni Attimo Ora E Sempre,Ash!"
<<oddio!Grazie mille,signor direttore! ...Ma dove?Atlanta?Washington?San Francisco?Huston?P...>>
<<no.Meglio! ALASSIO!>> Disse scandendo l'ultima parola.
<<..Eh?!>>
<<alassio,città ligure,Italiana.>>
<<i-Italia?!>>
<<esatto! ..So che dovrà lasciare famiglia,fidanzato..>>
Appena Ashley sentì la parola "FIDANZATO" si affrettò ad accettare la proposta.
<<dove firmo?>> Disse interrompendolo.
<<qui.>> Disse aprendo un fascicolo giallo sulla scrivania disordinata.<<e questa è la cifra che prenderà per la promozione per aver accettato.>> Disse indicando una cifra a metà pagina.
Ashley tossì.
<<scusi,ma quegli zeri sono degli errori di stampa?>>
<<no,sono tutti dovuti>> Rispose l'uomo sorridendo.
Ashley spalancò la bocca.
<<signorina non sta bene tenere la bocca aperta.>> Intervenne la donna alle sue spalle,tornata tutto d'un tratto severa.

Fine Capitolo 3

4 Capitolo is Here!

Jane era partita.
E quando partiva non riusciva a fermarsi.

Dlin Dlon

"Nooo,proprio ora?!"
Stava iniziando a scrivere del viaggio in aereo per l'Italia di Ashley quando sentì il campanello suonare.
C'era qualcuno alla porta.
Dallo studio riusciva a vedere anche la sagome dietro la porta vetrata: Un uomo,probabilmente,molto alto.
Si alzò dalla sedia girevole e si diresse alla porta per aprire.
<<ciao!>>
Si ricordava quel viso,e anche quella voce...Ma soprattutto ricordava...L'odore.
<<cosa ci fai tu qui?!>> Era il ragazzo del supermercato.
Dall'odore pareva che avesse continuato a fare jogging e non avesse ancora avuto tempo di farsi una doccia.
<<sono venuto a dirti una cosa..>>
Jane si tappò il naso con il pollice e l'indice e gli disse:
<<sai che potrei alla porta per aprire.
<<ciao!>>
Si ricordava quel viso,e anche quella voce...Ma soprattutto ricordava...L'odore.
<<cosa ci fai tu qui?!>> Era il ragazzo del supermercato.
Dall'odore pareva che avesse continuato a fare jogging e non avesse ancora avuto tempo di farsi una doccia.
<<sono venuto a dirti una cosa..>>
Jane si tappò il naso con il pollice e l'indice e gli disse:
<<sai che potrei denunciarti per stalking?>>
<<solo perchè ti ho seguito fino qui?>>
<<mi hai seguito?!>>
Lui annuì un pò in imbarazzo.
<<questo E' Stalk..>>
Ma lui finì la frase per lei: <<..Amore>>
<<questo è amore>> Ripetè lei non rendedosi conto di quello che aveva appena sentito.<<a-Amore?!>>
<<mh,Mh!>>
<<ma mi conosci da mezz'ora pervertito!>>
<<no,ti conosco da quando hai scritto "Omicidio a due prospettive">>
<<il mio primo..>>
<<romanzo.>> Finì la frase lui.
<<okey.Entra.>> Disse fredda.
<<senti..Ti ho seguito perchè mi hai allagato la casa!>>
<<scusa?>>
<<sì! Stavo rileggendo per la millesima volta "Omicidio a due prospettive" sul letto,nel frattempo avevo aperto l'acqua in bagno per farmi un bagno,ma leggendo il capitolo 7,il mio preferito,mi sono scordato dell'acqua...Un pò troppo..Quando ho aperto la porta del bagno...L'acqua è finita in tutta la casa!>>
<<e perchè sarebbe colpa mia scusa?>>
<<perchè se tu non avessi mai scritto quel romanzo,questo non sarebbe mai successo!>>
<<ha un senso...Pazzo..Però è comunque un senso.>>
<<quindi...?>>
<<quindi puoi restare qui fino a quando la tua casa non sarà apposto.>>
<<grazie!>> Le disse prendendola in braccio a mò di abbraccio.
<<sì,prego...Ora fatti una doccia però..>> Gli disse disgustata.
<<ok,scusa!>> Le disse con un sorriso che lei non aveva mai visto.Era un sorriso riconoscente,davvero riconoscente.
Un sorriso vero,non finto.
<<dov'è il bagno?>> Le chiese distogliendola dai suoi pensieri.
<<eh? ..Ah.Sì seconda porta a destra.>>
<<mi puoi prestare un accappatoio o anche solo un asciugamano?>>
<<certo,lo vado a prendere.>> Gli rispose con un sorriso sincero.
Nel frattempo che la ragazza frugava in uno dei cassetti nella sua camera da letto,Paul entrò in bagno e iniziò a spogliarsi.
Jane era tornata all'ingresso dove non trovò Paul.
<<paul?>>
<<sono in bagno!>> Le rispose una voce in lontananza.
Jane si diresse in bagno e aprì la porta.
Quando vide quella visuale,seppure ottima,richiuse velocemente la porta.
<<jane?Che c'è non hai mai visto un uomo in mutande?>>
Lei non ne aveva mai visto uno neanche senza mutande.
Era vergine e l'unico fidanzato che aveva mai avuto era un biondino in quarta elementare.
<<no,scusa...Io avrei dovuto bussare...>>
<<jane..Tranquilla..Entra.>>
La ragazza obbedì,non si sarebbe certo lasciata sfuggira un occasione per rivedere quel corpo così perfetto,e per lo più semi-nudo!
Entrata camminò lentamente verso quella grande figura e gli porse l'accappatoio rosa..
<<scusa per il colore,ma è l'unico che ho>> Disse senza distorgliere gli occhi dai quei pettorali così muscolosi.
<<tranquilla,fa niente..Anzi grazie a te!>>
<<ora ti lascio..Fa pure con comodo!>>
Disse uscendo.
Chiusa la porta dietro lei esclamò:
<<oh,caz*o!>>

***

Jane era appena uscita dal bagno quando sentì una suoneria di un cellulare.
Non era il suo,lei non aveva quella suoneria!
Allora era..Di Paul!
L'aveva lasciato sul tavolino nel salotto ed orta era lì che squillava e vibrava.
Jane non ce la fece.Dovette sbirciare.
Si avvicinò pian piano al tavolino,provando a non fare rumore, e guardò il BlackBerry.
Sullo schermo c'era un nome e una foto.
Lillyan
E vicino quella foto.
Una foto di una ragazza bellissima,solare e per di più con un fisico da paura.
Era ovvio.
Quella doveva essere la ragazza di Paul.
In fondo,era impossibile che un ragazzo del genere non fosse ancora impegnato.
E lei che si era illusa,ora stava malissimo.
Si asciò,letteralmente,cadere sul divano stremata dalla giornata.
Questo qui quanto sarebbe rimasto a casa sua?!
Lei doveva scrivere!
Scrivere!
Non avere un'ennesima delusione d'amore.
"E' proprio venuto al momento giusto!"
Mentre pensava dalla porta uscì Paul,avvolto solo dall'accappatoio rosa di Jane che a lui stava estremamente piccolo,vista la sua altezza e i suoi muscoli.
Appena lo vide,Jane si ricompose e cercò di raddrizzarsi sul divano.
<<cosa stai facendo?!>> Troppo tardi,Paul l'aveva vista.
Arrossì.
<<ehm...Vieni..Ti faccio vedere la camera degli ospiti..Un pò piccola però accogliente>> Sorrise.
<<perfetto,grazie.>> Ricambiò il sorriso.
<<ah,giusto! Ti ha chiamato Lilyan mentre ti lavavi!>>
"Oh caz*o!Figura di mer*a!Io non avrei dovuto dire il nome!Così saprà che ho sbirciato!"
<<ah,grazie...Mia sorella è un po possessiva mi chiama 3 volte alla settimana..Si preoccupa per me,che è anche una bella cosa,però a volte esagere.>> Precisò strizzandole un occhio.
<<t-Tua sorella?!>>
<<sì.Lilyan Nytes.>>
Senza accorgersene Jane tirò un sospiro di sollievo.
La camera degli ospii era subito dopo la sua.
Aprì la porto di mogano e subito entrò nel corridoio un'atmosfera fredda.
Quella stanza non era solo la stanza degli ospiti.
Appese alle pareti c'erano aquiloni e dal lampadario pendeva una mongolfiera giocattolo azzurra e bianca.
Gli armadi erano azzurrini e il letto aveva un copriletto con sopra tanti animali della foresta e,sul cuscino,c'erano appoggiati dei pupazzi.
Jane si rattristò appena rivide quella stanza.
Non ci entrava più da anni.
Non voleva entrarci.
Quella era la stanza di Dave.
Suo figlio.
La donna si sentì svenire e cadde addosso al giovane.
<<jane!Cosa è succeso?!>> Chiese,prendendola al volo.
Paul la prese in braccio e la posò sul divano del salotto.
Era successo qualcosa in quella camera.
Ma cosa?!

Pochi minuti dopo Jane si riprese.
<<come stai?>>
<<senti,scusami...Non avevo previsto quello che sarebbe successo.>>
<<perchè?>>
<<beh,quella era la stanza di Dave.>>
<<il tuo ex?>>
<<no...Mio figlio.>> Disse con la morte nella voce.

Fine Capitolo 4

Capitolo 5

<<hai un figlio?!E' impossibile! Lo avrei saputo da un fan club e...>>
<<avevo.>> Jane lo bloccò,fredda.
<<ma..>>
<<sì,sono vergine.>>
<<e...>>
<<sìera un donatore di sperma,il padre di Dave.>>
Silenzio.
Gli occhi di Jane si gonfiarono e diventarono lucidi quando iniziò a parlare.
<<e' morto investito da un auto.>>
Paul non replicò stavolta.
<<stavamo andando al supermercato per fare la spesa.
Lui,come sempre,si era portato i suoi due pupazzi preferiti: Mr. Ciuffolo,un cavallino con una folta criniera marrone chiaro, e sua moglie,Mrs. Stella,perchè sulla criniera bionda aveva una stella come fermaglio.
Stavamo attraversando la strada sulle strisce pedonali,quando Mr. Ciuffolo gli cade dalle braccine deboli,ma se ne accorge solo quando già era sul marciapiede con me vicino,appena vede che mancava il secondo cavallino lui torna indietro di corsa e si china per raccoglierlo.>>
Scoppiò in lacrime.
Paul portò la testa della donna alla sua spalla e la strinse calorosamente,accanto all'accappatoio rosa.
<<aveva solo 3 anni!>> Riuscì solo più ad urlare la scrittrice soffocando le lacrime.
<<shh...>> Provò a tranquillizzarla Paul.
Non era mai stato in quella situazione,ma riusciva a cogliere il dolore nel suo tremolio e nella sua voce singhiozzante.
Le baciò la testa avvicinandola ancora di più a lui.
<<vuoi una tazza di tè?>>
La donna annuì ancora in lacrime.
Allora il giovane si diresse in cucina e iniziò a frugare nella dispensa fino a che non trovò quello che cercava.
"Mio Dio,lui non avrebbe mai dovuto vedermi così!" Pnesò Jane ancora seduta sul divano.

Pochi minuti dopo il giovane arrivò con un vassoietto improvvisato,comporto da due giornali di moda,con sopra 2 tazze:Una rossa e una rosa.
Lo appoggiò nel posto tra lei e dove si sarebbe seduto lui e si sedette.
Jane fece per prendere la tazza rosa,ma lui,cercando di tirarla su,scherzò:
<<eh,no eh!Quella rosa è mia! Si abbina col mio accappatoio!>>
Jane rise di gusto,dimenticandosi per un istante delle lacrime che ancora le rigavano il viso dividendolo in tante parti.
<<aspetta>> Le disse mentre lei stava per bere dalla tazza rossa.
Così dicendo allungò la mano e con il pollice destro le asiugò,finemente e dolcemente,le lacrime.
Nel frattempo lei,godendosi il momento di dolcezza,chiuse gli occhi e non vide che il viso del ragazzo si stava avvicinando velocemente al suo.
Paul chiuse gli occhi e la baciò.
Lei non fece resistenza e rispose al bacio,ma quando lui provò a trasformarlo in qualcosa di più di un bacio a stampo,si ricordò dl "vassoio",e anche le sue gambe se ne ricordarono.
Il tè bollente si rovesciò sulle gambe di Paul che,velocemente si alzò esclamando un: <<oh,caz*o!>>

***

Dopo quella imbarazzante situazione Paul si era rifugiato nella sua stanza,la stanza del piccolo Dave.
Jane si era calmata abbastanza velocemente,e ovviamente quel bacio le era servito!
Stava cucinando pranzo in cucina e,a volte,ripensandoci,le scappava un sorrisetto.
Era anche delusa da se stessa,però.
Nessuno avrebbe dovuto sapere di Dave.
Nessuno.
Poteva fidarsi di Paul?
Infondo lo conosceva da poche ore,nulla poteva assicurarle che non era un suo fan come gli altri.
Ma lui sembrava tenere davvero a lei.
Troppo immersa nei suoi pensieri,si tagliò accidentalmente un dito mentre sbucciava una carota.
Si mise il dito in bocca cercando di bloccare la fuoriuscita di sangue e si disse che doveva distogliere per un pò i pensieri che le percorrevano il cervello.
Si diresse verso il computer e iniziò a scrivere la storia di Ashley.
Era il turno del viaggio in aereo,voleva fare un capitolo divertente,per tirare su anche lei stessa.
Aprì la pagina Word e iniziò a digitare velocemente sui tasti.

***

Ashley sembrava un confetto.
Dovendo andare in Italia,capitale della moda,decise di vestirsi in un modo molto appariscente e...Addobbato?!
Portava una giacca fucsia con i bordi arancioni e una gonnellina dello stesso motivo.
La borsa era enorme.
Sembrava contenere appunti.
Perchè si era portata appunti su un viaggio aereo?
In verità erano solo fogli bianchi ma per sembrare un esperta nel settore aveva deciso di fingere di portarsi il lavoro perfino in borsa!
Portava anche degli enormi occhiali da sole,decisamente esagerati,nonchè inutili visto che era una giornata nuovolosa,e un cappello di paglia con sopra un enorme rosa finta,ovviamente in tinta con il vestito,fucsia.
Arrivata al check-in si abbassò leggermente gli occhiali da sole per guardare la commessa,che tral'altro aveva un sorriso falso abbastanza fastidioso.
<<buongiorno Signorina!>> Disse tutta allegra.
<<salve>> Disse Ashley cercando di essere simpatica
<<quante valigie imbarca?>>
<<2>>
<<me le metta pure sul nastro trasportatore,grazie>> Sorrise.
Erano pesantissime e..Ovviamente rosa.
Cercò di tirar su la prima ma...Fu un disastro!
Le si spaccò il tacco,rosa,sotto le scarpe.
<<oh,ca..spita!>>
Si guardò intorno e vide un uomo,robusto e molto alto,in gila per un altro check-in.
<<ehy!Ehy tu!>> Gridò indicandolo. <<non è che mi daresti una mano?!>>
L'uomo si guardò intorno per vedere se indicava propio lui.
Quando vide che era l'unico possibile candidato scappò portandosi la sua ventiquattrore dietro correndo.
<<ma dove corri!!>> Gli gridò iniziando a rincorrerlo in una maniera veramente troppo comica,visto che una scarpa aveva un tacco 12,l'altra non lo aveva propio!

Fine Capitolo 5
 
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_*Rebus*_
» Posted on 24/9/2010, 09:00




Non mi ero accorto di non aver più aggiornato xD

Capitolo Sesto

Ashley ancora stava cercando di raggiungere l'uomo,quando,dopo aver sorpassato 7 o 8 check-in,si fermò e decise che era inutile.
Tornò alla sua postazione sconvolta.
<<mi scusi>> Disse cercando di mascherare l'imbarazzo alla commessa.
<<oh,si figuri..Non ho nient'altro da fare che aspettare che lei insegua un ciccione in giro per l'aereoporto.>> Le rispose,ovviamente continuando a sorridere.
<<senta,la smetta di sorridere!Se vuole criticarmi o prendermi per il culo lo faccia con cattiveria,non con finto entusiasmo>> La liquidò.
Come se quella sua risposta le avesse dato forza,velocemente prese le valigie e le mise sul nastro trasportatore,così..Come se non pesassero nemmeno un grammo.
Messe sul nastro si raddrizzò,le rivolse un sorrisino falso e se ne andò via con una camminata sicura.
<<signorina?>> Chiamò da lontano la commessa.
Ashley si fermò immediatamente e si girò,in sua direzione,come dire "Dimmi".
<<il biglietto.>> Le disse contenta di scocciarla.
"Caspita,vero! L'ho lasciato sul bancone"
Si diresse velocemente verso il banco,e l'afferrò al volo.
<<grazie!>> Disse con un tono per niente riconoscente.
La commessa pensò:"1-0" tutta orgogliosa di se stessa.

La ragazza era stanca dopo tutta quella cora.
Era passata sotto il metal detector e si era fermata in un piccolo negozio,sempre nell'aereoporto,di scarpe,dove comprò un paio di ballerine rosa a pois bianchi.

"Non ci credo!Il cappuccino qui all'aereoporto è più buono di uno qualsiasi allo Starbucks!"
Ashley era seduta su uno degli sgabelli del bar dell'aereoporto di New York ed aveva appena pagato un cappuccino,dopo essersi eduto ad un tavolo.
Aveva appena assaggiato il contenuto della tazza bollente quando un autoparlante comunicò un annuncio:
<<all'uscita 47 ultima chiamata per l'imbraco del volo AlItalia con,come direzione,appunto l'Italia.>>
Ashley era tranquillamente intenta a bere il suo cappuccino quandò comprese davvero quello che aveva appena sentito.
<<oh,caz*o!Devo andare io in Italia!>>
Lasciò la tazza sul tavolo,prese la borsa e corse alla prima mappa dell'aereoporto che vide.
"Oddio!Il 47 è praticamente dall'altra parte dell'edificio!"
Iniziò a correre,stavolta senza zoppicare.

***

<<iniziò a correre,stavolta senza zoppicare.>>
Paul era sbucato da dietro le spalle della scrittrice,ancora all'opera.
Lei,spaventata si girò e gli rivolse uno sgaurdo come dire "Non chiedermi"
Lui intuì e non fece più domande.
<<che bello sei!>>
Jane aveva detto troppo.
<<..Con quei vestiti intendo.>>
Cercò di riprendersi.
<<grazie! ..Stasera avevi intenzione di fare qualcosa?>>
<<beh..In verità sì.>>
Paul girò la testa sorpreso.
<<beh..Magari quello nei tuoi fanclub non c'è scritto ma...Adoro i film horror!>> Gli rivolse un sorriso.
<<wow! Particolare per una scrittrice di libri romantici!>>
<<ehhhy!Non prendermi in giro..E poi non scirvo solo libri sentimentali!>>
Lui rise.
Lei ricambiò.
Era bello vederlo ridere,sembrava sincero.
<<e per cena?>> Chiese lui.
<<avevo pensato di andare a comprare una pizza e mangiarla qua..Sai lìItalia ultimamente mi ha dato molte ispirazioni.>> Gli disse facendo l'occhiolino di sfuggita.
<<perchè quell'occhiolino scusa?>> Rise.
<<beh..Lo capirai tra meno di 30 giorni.>> Lo fece un'altra volta.
Rise.<<ok!>>
<<cosa vuoi sulla pizza?La ordino!>>
<<tu quale prendi di solito?>>
<<cipolla e salsiccia.>> Confermò con uno sguardo alla Homer Simpson dopo aver visto una ciambella.
<<oh,caspita! Sto scoprendro sempre più cose su di te!>>
<<vuoi usarle contro di me?!>> Risero.
<<no,è che non mi conosci neanche da 24 ore..Come mai mi dici tutte queste informazioni private?>>
<<mi fido di te.>>
Risposta conicisa e breve.
Ma soprattutto significativa.
***
Fine Capitolo 6

Capitolo 7

Erano le 21 e 20.
Paul e Jane erano comodamente seduti sul divano del salotto,ricoperto da una coperta per non sporcarlo con il cibo.
Mangiavano entrambi la pizza salsiccia e cipolle,bevendo coca cola e guardando SAW 3D,che sarebbe uscito un Ottobre negli Stati Uniti,ma una scrittrice famosa ha sempre le sue conoscenze.

Quando Paul aveva chiesto che film era,mentre Jane era piegata davanti al lettore dvd per farlo partire,rimase scioccato.
Lei gli fece l’occhiolino,il terzo della serata,e si sedette tranquilla,iniziando ad addentare la sua pizza.

La serata passo velocemente tra risate,fra i 2,e colpi di terrore dovuti al film.
Mancavano circa 15 minuti alla fine del film quando arrivò il colpo di scena finale.
Terrificante.
Jane afferrò di colpo la mano di Paul,in cerca di protezione,e Paul la aprì per consentirle l’accesso.
Erano mano nella mano,il film stava finendo e nessuno dei due si azzardava a dire una parola o a tirare indietro la mano.

Okey.
Il film era finito ed i due,ancora mano nella mano,erano nell’imbarazzo assoluto.
Jane prese un respiro e iniziò a parlare.
<<bello,no?>>
Credeva che con questa frase lui le avrebbe lasciato la mano ma non andò così.Lui annuì solamente.
I titoli di coda procedevano con una musichetta di sottofondo molto terrificante.
Jane si alzò per ritirare il dvd,ma si sentì tirare.
Era Paul,che le tirava la mano.
Lei si lasciò andare e si sedette sul divano.
<<paul..Ma che..>>
Il ragazzo le saltò addosso ed iniziò a baciarla zittendola.
La baciò forte,intensamente fino a sdraiarla sul divano.
Ora erano distesi per lungo,lui sopra di lei,continuando a baciarsi appassionatamente.
Jane non stava facendo niente oltre ad accarezzargli i capelli riccioluti sul dietro e ricambiare il bacio,perciò Paul ebbe un messaggio sbagliato.
Mentre continuava a baciarla lui si abbasso i pantaloni e i boxer,rimanendo nudo di sotto.
Quando Jane si accorse che c’era qualcosa che si..muoveva,sul suo corpo si drizzò sul divano.
<<cosa stai facendo?! Cioè,non so se sai che io non sono una zoccola,quella che uno come te si scopa una notte per poi lasciarle marcire pensando a te ed al tuo bel faccino da modello. IO NON SONO COSI’! E alzati le mutande,per l’amor di Dio!>>
Paul ubbidì e,con la coda tra le gambe tornò in camera sua.
Jane invece rimase bloccata sul divano.
Turbata



Le luci,oramai,erano spente in tutta la casa.
Dopo l'imbarazzo della serata Paul non riusciva più a dormire dal dolore del casino che aveva fatto.
Era stato stron*o.
Moolto stron*o.
E lo sapeva da se stesso,ma non si era contenuto.
Jane invece era tranquilla nel suo letto e dormiva beata.

Erano le 3 del mattino quando un terribile temporale si abbattè sulla valle.
Uno dei più brutti della stagione,o forse il peggiore.
Jane,dormiva sotto una finestra e i rumori che la tempesta provocavano le fecero fare un incubo.
Stava sognando che suo figlio era sotto quel temporale e la stava chiamando,ma lei non riusciva a raggiungerlo.
Ogni volta che faceva un passo per avvicinarsi a lui,si allontanava.
Era in preda al panico e iniziò a tirare calci e pugni al copriletto.

Paul,nella camera accanto insonne,sentì tutto.
Si alzò lentamente e andò in camera della donna,preoccupato.
Quando la vide si precipitò contro e la prese dalle braccia per tenerla ferma.
In quel momento si svegliò.
<<dave!DAVE!DAVE!>>
Urlava disperata.
<<shh,shh,sono Paul.>>Le idsse con voce dolce.
<<paul?>> Chiese confusa,come se non si ricordasse chi fosse questo Paul. <<paul! Paul,devo prendere Dave!>>
Così dicendo corse verso la porta d'ingresso,la spalancò e uscì fuori,così com'era:Scalza e in pigiama.
Corse nel vialetto,bagnandosi con la pioggia,ma solo dopo capì che era stato un incubo.
Dave era morto e non sarebbe tornato.
Scoppiò a piangere,ma le lacrime sembravano non esistere essendo coperte dall'acqua piovana.
Paul la raggiunse sotto la pioggia.
Le arrivò da dietro e l'abbracciò.
<<paul,D-Dave non c'è.>> Disse singhiozzando.
Di risposta lui le diede un bacio di sfuggita sulla guancia destra.
<<vieni,entriamo.>>
La donna annuì,continuando a piangere.

Entrati in casa Paul,meno bagnato,corse in bagno e prese due asciugamani.
Gliene diede uno e si diresse in camera sua per asciugarsi.
Jane fece lo stesso.

La scrittrice,dopo essersi messa un pigiama asciutto,entrò in camera di Paul.
Chiese: <<paul?Dormi già?>>
L'uomo si alzò da sotto il lenzuolo e si mise seduto per ascoltare cosa voleva.
<<s-Senti,puoi dormire con me?>>
<<sì..Ma sono nudo,avevo solo un pigima e quello è fradicio.>>
<<non importa...Ho bisogno di qualcuno al mio fianco questa notte.>>
<<ah..Okey.>>
<<tranquillo,non guardo>> Disse vedendo che lui era in imbarazzo.
Arrossì.<<vengo in camera tua?>>
<<no,voglio rimanere in questa stanza.>>
Alzò le coperte e si sdraiò accanto al ragazzo completamente nudo.
Per tutta la notte lui tenne un braccio attorno alla vita della donna.
Stettero molto stretti visto che il letto era per una sola persona,ma con il calore l'uno dell'altro si tennero caldi.
Quella notte scoppiò qualcosa.
Una scintilla.

Fine Capitolo 7

Capitolo Ottavo

I primi raggi di sole entravano dalla finestra della camera del piccolo Dave,e arrivavano dritti verso il viso di Jane.
Avvertendò la presenza di luce si svegliò,e solo allora,realizzò davvero di aver dormito con Paul,in un letto singolo e con lui completamente nudo.
Non si era neanche accorto che lui la voleva proteggere,dormendo con le braccia a mò di scudo sulla donna.
Sorrise e,facendo piano,per non svegliarlo,con la mano sinistra sfiorò i pettorali del ragazzo.
Erano muscolosi e depilati,ma con qualche pelo quà e là.
Vedendo che non si era svegliato,continuò ad accarezzarli,perdendosi nella sua bellezza.
Jane alzò il viso e vide che i suoi occhi erano ancora chiusi.
Allora gli diede un bacio a stampo,a mò di ringraziamento.
La sua intenzione era quella di farlo durare 2,massimo 3,secondi,ma rimase ipnotizzata dal calore delle sue labbra e dalla morbidezza.
Perciò continuò fino a farlo durare 10 secondi.
Quando si staccò sentì come se Paul rispondesse al bacio,ma sapeva che non era così.
Stava dormendo.
Si risdraiò accanto a lui,tra le sue braccia muscolose,e iniziò a parlare in tono dolce.
<<paul,so che non mi senti,ma ti devo dire assolutamente questa cosa. Dopo questa notte..Beh,penso di amarti.>>
Detto questo,imbarazzata,si alzò e si diresse in bagno per rinfrescarsi le idee con una bella doccia.

Jane,sotto la doccia,con gli occhi chiusi per rilassarsi e la musica della radio a tutto volume,non si accorse che era entrato in bagno Paul,si era spogliato,rimanendo solo in accappatoio.
Si tolse anche quest'ultimo e aprì la portina di vetro della spaziosa doccia.
Jane,nella maniera più tranquilla che esista,continuava a insaponarsi per benino.
Paul,facendo piano,entrò e richiuse la porta dietro sè.
Jane era di spalle.
Lui si avvicinò piano all'orecchio destro e le parlò dolcemente.
<<jane>>
Jane per poco non scivolò.
Le venne un colpo quando si girò e vide Paul,dinuovo completamente nudo,nella stessa doccia con lei.
<<heeey,stai tranquilla.>>
Le disse.
Jane probabilmente non aveva mai visto un sorriso così rassicurante.
<<cosa CI FAI QUI?!>> Urlò,visibilmente poco arrabbiata.
<<sto facendo una doccia!>> Rispose tranquillamente.
<<eh,magari,non ti è passato per la testa di farla dopo di me?!>>
<<dovevo dirti il prima possibile una cosa molto importante>>
<<dimmi allora! Oramai sei dentro.>>
<<anche io.>>
<<anche tu..Cosa?>>
<<anche io..Ti amo.>>
Gli occhi di Jane iniziarono a brillare.
<<come fai a sapere..>>
Chiedeva spiegazioni,ma Paul la bloccò con un bacio impegnato,ma dolce.
<<ero sveglio Jane>>
<<chissene Frega! Vieni e baciami.>>
In quei 20 minuti il sole sembrava brillare di più e le porte di vetro sembravano più appannate dal calore di quello che erano già.

Fine Capitolo Ottavo

Capitolo Nono

Paul,appena uscito dal bagno,con solo un asciugamano legato alla vita,si diresse verso la stanza di Dave.
Aprì uno dei cassetti dell'enorme armadio sulla sinistra e iniziò a frugare cercando qualcosa,qualsiasi cosa,che potesse mettersi.
Buttò fuori un pò di roba,fino a quando arrivò al fondale del cassetto.
Colpì con le nocche delle dita la fine del cassetto,facendosi male ed emettendo un rumore.
Quello non era un rumore normale,aveva fatto un suono come se il cassett non finisse lì e sotto ci fosse ancora qualcosa.
Provò a battere di nuovo fino a quando fu certo che c'era qualcosa.
Ne era sicuro.
Cercò di fare pressione per poi sollevare l'asse di legno che ricoprive perfettamente qualcosa che doveva rimanere nascosto.
Svuotò il cassetto completamente e stavolta ci riuscì.
Alzò,facendo piano per non insospettire Jane ancora in bagno,e vide una ventina di foto sparpagliate e un manoscritto di circa 250 pagine.
Prese entrambi e li nascose sotto il suo letto,risistemò tutto nel cassetto com'era e uscì nel corridoio facendo finta di niente.

***


Era mattina inoltrata.
Jane e Paul,seduti al tavolo della cucina con 2 tazze fumanti davanti stavano discutendo sui loro interessi e sulle loro vite completamente diverse.
<<e tu che lavoro fai?>> Chiese Jane prendendo un altro sorso dalla sua tazza.
<<ehmm...>> Paul si guardò attorno spaesato cercando di cambiare discorso. <<...Ma scusa quel quadro è originale?!>> Chiese indicando una copia di Guernica di Picasso.
<<scusa,ma se vuoi cambiare discorso almeno cerca una sucsa migliore.>>
Entrambi risero.
Cercando di ristabilire l'atmosfera che c'era fino a poco prima Jane riprese a parlare.
<<dai..Seriamente.>>
<<non mi fa molto onore dirlo ma...Non lavoro.>>
<<e allora come fai a vivere?>>
<<i miei genitori...Beh loro sono ricchi,dipendo da loro,diciamo.>>
<<ah,capisco.>> "Almeno non sta con me per i soldi" Pensò tra sè e sè.
<<loro..Cioè noi..La nostra famiglia ha inventato Starbucks.>>
<<wow! Adoro i vostri punti..Magari Ashley un po' meno>> Disse cercando di mantenere una risata.
<<ashley?>>
<<ashley Davis,la protagonista del mio nuovo romanzo.>>
<<stai scrivendo un nuovo romanzo?!?!>> Se gli avessero detot che stava finendo il mondo si sarebbe stupito di meno.
<<già.>>
<<no,ti prego,dimmi qualcosa della trama!>>
Jane incominciò a raccontare.

***

Ashley era appena sceso dall'aereo.
Era stato un disastro,nel vero senso della parola.
Credendo di aver un posto in prima classe si era seduta nella prima poltrona della prima classe che aveva trovato,ma quando arrivò il legittimo propietario venne spedita nella parte economica dell'aereo.
"Cioè ma io devo farmi 7 ore qui?!"
Aveva pensato.
La poltrona era sporca,macchiata,piccola e attaccata ad un altra con sopra un grosso pancione sulla trentina che smebrava un barbone.
Aveva barba e baffi spettinati e una cannotiera con sopra macchie marroni unite a quelle di sudore.
<<oh Caz*o!>>
Lo disse così,in italiano.
Si disse che se doveva vivere in Italia almeno doveva sapere i fondamentali u.u

Dopo quelle 7 interminabili ore era scesa e si era diretta alla stazione,avrebbe preso il suo primo treno.
Meta?
Alassio,Liguria.

Fine Capitolo Nono


Okey,ora con tutto quello che vi ho postato se non commentate mi offendo uu
xD

 
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_*Rebus*_
» Posted on 29/1/2011, 12:25




Oddio,vi ho lasciato al nono?! :O
O,beh,dai tanto non legge nessuno ùù

Capitolo Dieci

Scese alla fermata numero 22,proprio quella della città ligure.
Il viaggio in treno non era andato male,essendo il suo primo,ma la gente la fissava e lei si continuava a chiedere perché.
Una volta le sfiorò la mente l'idea che poteva essere per l'enorme valigia rosa con il muso di Hello Kitty sopra,ma le andò subito via.
Uscì dalla stazione,trascinandosi dietro il bagaglio che almeno aveva le rotelle,ma che faceva lo stesso un enorme fracasso.
Frugò nella borsa e ne tirò fuori una cartina della città.
Si sedette sulla prima panchina libera che vedette e iniziò a leggere.
• La fondazione di Alassio risalirebbe al decimo secolo circa quando, in prossimità della chiesetta di Sant'Anna, sorse il primo nucleo e altri nuclei familiari si stabiliron...
Lesse velocemente quelle notizie,che poco le interessavano,e arrivò al paragrafo finale.
• Per le sue atmosfere,per la presenza del famoso 'Muretto d'Alassio' e per la quantità di turisti attraenti,Alassio viene chiamata 'La Città Dell'Amore'
'Ecco questo sì che mi interessa!'
Pensò richiamata all'attenzione da quello che aveva appena letto.
Durante il viaggio aveva iniziato a leggere il manuale 'How Speak Italian In 2 Weeks' e si sentiva abbastanza preparata per provare a formulare una breve conversazione con un italiano.
Allora si alzò dalla panchina e,con la cartina ancora in mano e tirando la valigia,camminò nella maniera più sexy che conosceva.
Attraversò la strada e si ritrovò in una grande piazza,con una scultura dedicata a dei civili morti ingiustamente che ricordava molto l'architettura romana;Mentre osservava l'imponenza dell'opera,non si accorse che davanti a lei c'erano 3 scalini e.. Badabum!
Cadde a terra.
Lei e la valigia Hello Kitty.
Subito si precipitò un ragazzo davanti a lei per aiutarla.
Arrivava correndo dalla sinistra di Ashley,precisamente da un parco giochi per bambini.
Solo dopo Ash si accorse che stava arrivando a bordo di uno skate-board e scorse,dietro una giostra per bambini,una grande pista da skate.
'Che carino,è corso da là per me. Per aiutarmi' Pensò.

Portava un cappello nero con la visiera inclinata verso l'alto,una t-shirt bianca con sopra disegnato il segno della pace in fosforescente,un costume color jeans che gli arrivava fino al ginocchio e lasciava intravedere le gambe muscolose,e delle Converse nere.
<<hey! E' tutto okay?>>
<<si,sto bbene.>> Rispose con un adorabile accento americano e raddoppiando la B.
<<no,non alzarti,hai del sangue sulla gamba!>>
'Cosa mi ha detto?! Oh Dio!'
<<scusa..Io non parlo molto italiano!>>
<<aspè,ma sei americana?>>
<<american? Yes,sono american!>>
<<se Se,American Express!>>
<<sorry?>>
<<ah Bella,lascia stare!>> Le disse ridendo.
Il ragazzo si abbassò e si sedette vicino a lei.
<<nice to met you! Call me Rob.>> Disse porgendole la mano con un sorriso splendente.
<<oh,io sonno Ashley>> Rispose sorridendo e accettando la mano.
Quando lui cercò di tirarla su,tirandola dalla mano,lei si accorse che il manico del trolley era incastrato alla sua scarpa col tacco,perciò,provando a tirarsi su lo stesso si aggrappò al costume del ligure.
Successe tutto in un secondo.
E in un secondo Ashley si ritrovò con il pene di uno sconosciuto a 13 centimetri dal viso.

Fine Capitolo Dieci

Capitolo Undici

I due,ancora reduci dall'imbarazzo dell'incidente,s'incamminarono senza meta nelle strade affollate della città marina.
<<allora..Dove abiti?>>
<<wait!>>
Aprì la borsa e iniziò a cercare un pezzo di carta scarabocchiato.
Appena lo trovò glielo porse.
Lui annuì di risposta e iniziò a guidarla tra le viuzzole.

<<ecco,dovrebbe essere questa..>>
Disse Rob,fermandosi davanti ad una porta di vetro,probabilmente di un condominio.
<<beh..Grazzie!>>
<<sai..Hai un accento sexy!>>
<<oh...E' un complimento?>>
<<per me sì..>> Disse appoggiando una mano al muro dietro alla ragazza.
Pian piano si avvicinava sempre di più alle labbra rosee di Ashley.
Lei,fingendo,di risposta,si avvicinò e,a 2 o 4 centimetri di distanza tra le due bocche,disse: <<non so come usano in Italia le ragazze,ma io non sono faccile>>
Liquidato.
Colto da improvviso imbarazzo,Rob iniziò a improvvisare.
<<stasera..Che fai?>>
<<mhh..Credo di stare a casa..Sai,devo organizzare le cose..>>
<<mhh,certo,sì..Ovvio...>>
Fece girare gli occhi e poi esclamò:
<<allora,a che ora passo?>>
<<rob!>> e rise.
Ai ragazzi piace sempre vedere una ragazza ridere.
Non con loro,ma per loro.
<<mi aiuti a mettere a posto l'appartamento?>>
<<sì,signora!>> Disse portandosi una mano al capo,sull'attenti.
<<mhh...>>
<<...Porto una pizza!>>
<<fai due!>>
Ridendo e scherzando era già passata un'ora dallo suo sbarco ad Alassio.
<<a stasera!>> Le gridò Rob attraversando la strada mentre Ashley saliva le scale dell'ingresso del condominio.

***

Ashley prese l'ascensore e schiacciò,tutta eccitata,il pulsante per il terzo piano.
"Wow!Adesso la mia nuova vita sta davvero iniziando!" Pensò.
Il viaggio in ascensore le sembrò lungo,forse perché era impaziente di vedere l'appartamento che dava sul mare.
Dlin
Le porte si aprirono con un rumore metallico e la ragazza si precipitò alla porta contrassegnata con il numero 6.
Era fatta di finto legno,ed era scura. Gl'infissi erano di un colore argenteo e lo spioncino era ricoperto da un cerchiolino dorato.
Cercò nella borsa le chiavi e quando le trovò,iniziò a girarle dentro la serratura.
Prima di arrivare all'ultimo giro di chiave prese un profondo respiro.
Ed eccolo.

***

<<ecco,per ora sono arrivata fin qui.>>
Il luogo era sempre lo stesso,Casa Sander.
Jane e Paul,seduti sul divano uno di fianco all'altro,si stavano godendo la mattinata.
Quando a Jane scappò "nuovo romanzo" Paul si irrigidì subito e volle sapere tutto sul nuovo libro della sua scrittrice preferita.
<<beh,che te ne pare?>> Gli disse lei con un sorriso incerto.
<<e' una storia fantastica,Jane!>>
<<lo pensi davvero?>>
<<ma sì,bellissima.>>
Dicendo questo si avvicinò lentamente a lei.
La donna non indietreggiò e,imbarazzata,tirò dietro all'orecchio una ciocca ribelle.
Paul si avvicinava sempre di più e...
<<paul,senti...Dobbiamo andarci piano.>>
<<scusa?>>
<<sì,con tutto questo.>>
<<tutto questo cosa?>>
<<hai presente quando stamattina mi sei entrato nella doccia e mi hai tolto la verginità?>>
Gli scappò un sorriso.
<<tu hai intenzione di stare con me seriamente o ero solo un'altra da aggiungere alla lista delle scopate più belle?>>
Il sorriso che aveva si trasformò in uno sguardo glaciale.

Fine Capitolo Undici

Capitolo Dodici

L'atmosfera era come congelata.
<<tu hai intenzione di stare con me seriamente o ero solo un'altra da aggiungere alla lista delle scopate più belle?>>
Le parole decise di Jane risuonavano nella mente di Paul,confuso.
Perchè non rispondeva? Voleva dire <<certo che ho intenzione di stare con te!>> ma le parole non gli sembravano esatte,come se mancasse qualcosa..
<<paul?!>>
La voce,sta volta reale,non proveniente dalla sua testa,di Jane lo riportò alla realtà.
Stava aspettando una risposta..
<<rispondimi...>> La voce diventò strozzata. <<ti prego,rispondi..Sinceramente.>>
<<jane...>>
La donna non riusciva a rivolgergli un solo sguardo..
<<..Jane,io..Io voglio..>>
<<lascia stare,che è meglio!>> Sbottò,alzandosi.
<<ti AMO!>>
Disse di sfuggita.
Lei si fermò,in mezzo alla stanza,e con la mano destra si portò una ciocca castana dietro all'orecchio.
<<paul..Mi conosci da un giorno praticamente!>>
<<lo so..Ma..Ma sento già di amarti.>>
<<paul..Mi sa che è meglio tu stia un po' solo..>>
Così dicendo lo spinse fino alla stanza di Dave e richiuse la porta dietro le sue spalle,tirando un sospiro di sollievo.
***
Avendo l'occasione su di un piatto d'argento,Paul,si sdraiò e prese il manoscritto da sotto il letto.
Aprì ed iniziò a leggere.

***
Dopo circa 2 ore e mezza aveva finito.
Quelle 250 pagine erano volate,letteralmente.
Nel mentre che leggeva aveva chiuso a chiave la porta,aveva sparso le foto del libro nella stanza,per vederle tutte,e aveva pianto.
Tra le guance c'erano ancora le tracce e gli occhi erano lucidi.

Fine Capitolo Dodici

Capitolo Tredici

Perchè non cogliere l'occasione per scrivere?
Jane,seduta davanti al computer,dopo la "litigata" con Paul,iniziò a digitare velocemente sulla tastiera,sorseggiando di tanto in tanto un po' di tè caldo.

***

L'appartamento era ampio e ben distribuito.
Era composto da tre camere: Il salotto che fungeva anche come cucina,il bagno e la camera da letto.
Il salotto era semplice e composto da un arredamento essenziale:Un semplice divano sul rosso porpora,una televisione sui 20 pollici ed un mobiletto di legno,messo sotto la tv.
La cucina,invece,era composta da 3 scaffali,un forno,un piano da lavoro,un frigorifero ed una lavastoviglie grigia.
Il bagno aveva le pareti azzurre,una tonalità che ricordava il mare.
Infine la camera da letto era molto povera:Aveva solamente il letto matrimoniale,un comodino con una piccola lampada appoggiata sopra ed un armadio a quattro ante bianco.

La cosa più eccitante ovviamente era il grande terrazzo.
Le piastrelle erano di un color rosso tendente all'arancione scuro ed era immensa. C'erano già,sistemati sotto ad un telo di plastica trasparente,2 sdrai di legno ricoperti da del tessuto grigiastro.
La vista,ovviamente,dava sul mare..E che mare!

Iniziò a portare su le scatole di cartone che aveva spedito dall'America con i suoi effetti personali e li lasciò in mezzo al salotto.
Mettere a posto la roba non poteva essere divertente se lo faceva da sola!
Perciò decise di aspettare l'aiuto,e soprattutto la compagnia,di Rob.

Quel ragazzo era attraente,molto attraente.
La sua faccia da scemo lo faceva sembrare dolce e,ad Ashley,questo piaceva molto.
Potrebbe uscirne qualcosa di buono?
Se lo chiedeva anche lei,da quando l'aveva lasciato.

Decise di aver bisogno di un nuovo cd per inaugurare lo stereo nuovo,che aveva comprato negli USA ma non aveva ancora usato,perché l'aveva direttamente mandato in Italia.
Uscì dall'appartamento, dall'edificio e iniziò a girare intorno alle insegne delle quali non capiva una singola parola.
Rassegnatasi chiese al primo passante che incontrò:Un tizio alto e magro sui ventidue anni dai capelli dorati e dal ciuffo ribelle.
<<scusi!Ehm..volevo sapere..Negozio cd?>>
Il ragazzo rimase in soggezione.
<<comprendi..mia lingua?>>
In quel momento scrollò la testa come risvegliato da un sogno e rispose:
<<guarda che coincidenza!Devo proprio andare la negozio di dischi anche io!>>
Ashley non riuscì a trattenere una risata: <<ahahahah,voi italiani avete un modo strano di rimorchiare!>>
Anche lui rise.
Poi allungò la mano:<<piacere,mi chiamo Davide.>>
<<davide?>> Disse,usando il suo accento.
<<sì,effettivamente detto in americano suona meglio!>>
Risero entrambi e si incamminarono per la Casa Del Disco.

Fine Capitolo Tredici

Capitolo Quattordici

<<ciao tesoro!>>
Ashley stava entrando nel negozio quando sentì una voce di donna rivolgersi a loro.
Era la proprietaria del negozio:Una donna sulla cinquantina dai capelli riccioli neri lunghi fino agli avambracci.
Era alta e non dimostrava la sua età proprio per niente.
Indossava degli occhiali viola,una maglietta smanicata nera che terminava con l'apertura di una grande gonna,sempre nera,e calzava dei tacchi a spillo viola scuro.
Sembrava una donna gentile e simpatica ed il negozio aveva l'aria di essere accogliente.
<<che ci fai qui? Non mi passi mai a trovare!>>
Si stava rivolgendo a Davide,Ashley ne era sicura...Ma quindi non cercava di rimorchiarla quando le ha detto che doveva andare anche lui al negozio di dischi!
La donna era visibilmente felice ed aveva gli occhi lucidi.
No,anzi,stava proprio piangendo.
<<mamma..>> Le disse il figlio andandole incontro per abbracciarla.
<<non fare così..Non qui,almeno>>
I due entrarono nel retro del negozio ed Ashley,ovviamente involontariamente,si sporse dal bancone per riuscire ad udire frammenti del discorso:
<<mà,mamma stai tranquilla>>
<<lo so,ma mi rimani solo più tu>> rispose singhiozzando
<<ce la faremo anche da soli!>>
<<mio marito..Tuo padre non c'è più!>>
Ed in quel momento Ashley capì che era meglio finire di origliare

***

Alla fine acquistò l'ultimo greatest hits di Celine Dion: My Love.
Davide non sembrava più quel ragazzo spensierato e dolce che aveva conosciuto l'ora prima,dopo la conversazione con la madre nel negozio di dischi.
La riaccompagnò al suo appartamento,ma per tutta la durata del viaggio rimasero in silenzio.
Arrivati all'entrata dell'edificio Ashley giocherellava con le chiavi cercando di rompere l'imbarazzante aria glaciale che si era creata tutt'intorno a loro,pur essendo piena estate.
<<vuoi..Salire?>> Cercò di sembrare il più naturale possibile.
<<mmmmhhh>> Ecco,quella non era di certo un ''mmmh' positivo.
<<listent To Me..C'è casino sopra,okay. Ma voglio che tu ci venga lo stesso.>>
Il ragazzo sollevò il viso,forse per la prima volta da quando avevano lasciato il negozio.
<<mi conosci da un'ora..>> Cercò di convincerla ad accantonare l'idea
<<appunto! Se vuoi diventare il mio primo amico italiano devo almeno sapere un po' su di te!>> Non era necessario dirgli di Rob,al momento.
Lui sorrise,le rubò di mano le chiavi facendola sussultare di paura ( infondo che sapeva davvero di questo ragazzo?),ma poi aprì la porta e tenne la porta per farla passare prima,un gesto da vero gentleman.

***

Arrivati dentro l'appartamento,Davide si stupì.
Non si aspettava che ci fosse davvero tutto quel casino che diceva la ragazza..Invece vide cartoni,pavimenti sporchi e coperti dalla polvere.
<<vieni,ti voglio mostrare qualcosa di..di..amazing!>>
"Cosa può esserci di 'amazing' in questo appartamento,oltre alla porta per uscire?"
Lo prese per mano e sentì un brivido corrergli lungo la schiena.
<<vieni!>>
Senza accorgersene era rimasto bloccato,con i piedi piantati a terra mentre lei cercava di trascinarlo dietro di sé.
<<davide? Ti senti bene?>>
"Se mi sento bene? Mi sento benissimo!" Stava osservando il viso aggraziato della ragazza,che con la luce proveniente dalla finestra del salotto,dietro risplendeva come quando nei film arriva la bella di turno.
<<davide!>> Sbottò.
<<in America prendete troppi caffè..non vedi come sei agitata? E' lo stress!>> Fare l'indifferente era una delle poche cose che gli riuscivano bene.
<<scemo>> Disse con un tono dolce ridendo.
Lo portò fino alla terrazza dove il sole stava già scendendo formando un tramonto perfetto per gli amoreggiamenti di una coppietta appena nata del giorno d'oggi.
<<it isn't amazing?!>>
Davide girò su sé stesso compiendo un giro completo.
Il verde delle colline liguri che si stendevano sulla pianura alassina riempivano il cielo a sud ed,a nord,si stendeva il mare con quel tramonto tanto ipnotico quanto romantico.
Ashley aggrappata alla ringhiera rossastra di pietra battuta lo fissò meravigliarsi e poi,con un sorrisetto disse <<non mi avevano detto che di sera esce questo vento freddo!>> Sfregando le mani sulle braccia.
Beh,l'aveva chiesto lei!
Aveva una scusa validissima su di un piatto d'argento..Poteva rifiutare?
Si avvicinò e l'avvolse in un abbraccio non troppo intimo,ma neanche adatto a due persone che si erano conosciute da così poco.
Lei,a suo agio,si appoggiò con la testa al petto del giovane e socchiuse gli occhi dimenticando completamente quel pir*a del suo ex ragazzo.
Lui,invece,si abbassò fino a quando riuscì ad odorarla: I capelli profumavano anche se avevano subito un viaggio così lungo e disastroso e lei profumava di un misto tra vaniglia e viole,probabilmente un bagnoschiuma che utilizzava.
<<che farai stasera?>>
Le chiese con un tono basso e dolce per non spezzare l'atmosfera.
<<oh,Fuck!ROB!>> Si ricordò solo in quel momento che a istanti sarebbe arrivato il ragazzo per aiutarla a riordinare l'appartamento con due pizza per cena. Si staccò dall'abbraccio e rientrò in casa.
<<chi è Rob?!>> Le chiese allarmato entrando anch'egli nell'appartamento.
<<e'..è..E' un ragazzo che ho incontrato qui...Ma credo che gli piaccio.>>
<<gli piaci?!>> Era sempre più shockato. Questa ragazza era arrivata da poche ore nella città e già aveva conquistato due scapoli?!
<<sì...>> Ammise arrossendo
<<me ne vado!>>
<<no!>> Lo prese di nuovo per mano.
<<cosa vuoi?>> Era visibilmente scocciato.
<<io...Lui...>>
<<bah!>> Scappò dalla sua presa e arrivò alla porta d'ingresso.
<<a me non piace lui..A me Piaci tu.>> Spiegò con il capo puntato verso il basso abbassando la voce sull'ultima parte della frase.
<<cosa?>> Non se lo aspettava,non c'era dubbio.
<<facciamo così..Te lo spiegherò meglio>>
Così dicendo lo cinse col braccio destro e col sinistro gli abbassò la testa fino a farlo arrivare all'altezza delle sue labbra ricoperte dal lucidalabbra al gusto ''Cherry Bomb''.

Si baciarono così.
Fu un bacio dolce,non esplicito o esagerato.
Tutto era perfetto e la mano di Ashley ormai stava letteralmente palpando il fondoschiena di Davide quando..
Drin! Drin!
Ancora davanti alla porta,Ashley si staccò dal bacio che si stava facendo sempre più appassionato e si avvicinò allo spioncino.
Era lui,era Rob.
<<shit!>> Esclamò.
<<che facciamo?! Vuoi che gli tiro un pugno?>>
<<no,no! E' simpatico..a modo suo.>>
<<senti,vieni>>
Lo portò fino alla sua camera da letto e aprì l'armadio vuoto.
<<mi vuoi davvero?>> Gli chiese seria.
<<...>> Dopo aver riflettuto annuì. <<sì>>
<<allora aspettami qua dentro. Ti porterò da mangiare un po' di pizza,e,quando finalmente se ne sarà andato,troverò il modo per sdebitarmi>> Gli disse rivolgendo un sorriso malizioso e strizzando l'occhio.
Richiuse le ante dell'armadio ed andò ad aprire

Fine Capitolo Quattordici


Capitolo Quindici

<<rob! Wow,sei in anticipo!>>
Esclamò aprendo la porta dell’appartamento,per farlo entrare.
Indossava una t-shirt azzurra decorata con delle scritte violacee e dei bermuda di jeans;ai piedi calzava un paio di Vans a quadretti blu e neri e con le mani stringeva due cartonati contenenti due pizze:una alla salsiccia,per lui,e una margherita,non sapendo i gusti di Ashley aveva preso quella.
<<sì,sono venuto prima perché ho pensato..Sai,prima potremmo riordinare un po’ l’appartamento,poi potremmo uscire..Ci facciamo un giro,poi possiamo dormire un po’ e finire domattina..D’accordo?>> Finì con tono suadente.
“Fuck!” pensò Ashley. Davide era ancora nell’armadio,ad aspettarla.
<<rob,te lo devo dire subito..Io non sono interessata a te! Puoi essere un mio amico..Anche il mio migliore amico,ma mai di più.>> Era meglio mettere in chiaro le cose subito,per non illuderlo.
Il ragazzo si era immobilizzato.
Lui credeva davvero di averla già conquistata.
<<ah,beh,sì,certo..>> Balbettò a disagio. <<hai capito che io pensavo ad altro?>> Arrossì pensando a quello che le aveva appena proposto <<hai capito male,dolcezza! Anche io ti vedo solo come un’amica..>>
<<well!>> Concluse,richiudendo la porta dietro alle spalle di lui;si girò e si diresse verso il salotto,dove si trovavano gli scatoloni.
Rob non si mosse: La osservò allontanarsi facendo espliciti apprezzamenti sul suo fondoschiena.
Accelerò il passo e la raggiunge. La trovò in ginocchio che frugava in uno scatolone con sopra scritto d’indelebile nero “Bathroom”; appena lo dive si ricompose e dolcemente gli chiese:
<<senti..E’ da quando ero in America che ho questi vestiti..Posso farmi una doccia mentre tu inizi a sistemare?>> Concluse indicando il completo arancione e fucsia che indossava ormai da piuù di ventiquattr’ore.
<<certo,fai con comodo!>>
<<thanks.>> Gli rivolse un sorriso e andò in bagno.
Quando Rob sentì l’acqua della doccia aprirsi si sedette sul divano,sicuro che non sarebbe arrivata per un po’.
Dopo cinque minuti nei quali si era rilassato riaprì gli occhi,quando senti come un colpo di tosse provenire da destra,la camera da letto.
Ashley era ancora sicuramente in bagno: Sentiva l’acqua correre…Perciò,chi c’era nella camera da letto?
Si alzò di scatto ed entrò furtivamente tramite la porta.
<<conosco tutte le arti marziali,stai attento,LADRO!>> Non era assolutamente vero,ma se doveva spaventare uno svaligiatore di appartamenti doveva sembrare aggressivo,o no?!
Prima guardò sotto il letto,poi iniziò ad aprire gli armadi,per verificare se si fosse nascosto da qualche parte.
Davide se lo sentiva che non poteva non essere scoperto.

Successe tutto in un attimo.
Rob spalancò le ante dell’armadio e ci trovò l’altro ragazzo,rannicchiato con la testa tra le gambe piegate.
Iniziarono a insultarsi l’un altro e iniziarono a tirarsi pugni e calci: Rob perché voleva far bella figura con Ashley e Davide perché aveva sentito cosa aveva proposto alla ragazza appena entrato nell’appartamento.
Ashley,attratta dal rumore che proveniva dalla usa camera,si avvolse nell’asciugamano che si era portata e giunse nella camera da letto.
Solo allora capì che il suo piano non avrebbe mai potuto funzionare.
Cercò di chiamare l’attenzione dei due per farli smettere,ma loro non la consideravano minimamente.
Fu allora che le venne il colpo di genio..Sapeva come attirare la loro attenzione.
<<hey ragazzi?!>> Gridò aprendo l’asciugamano e lasciando vedere le sue gioie.
Come previsto,i ragazzi si fermarono all’istante,fissando a bocca aperta quel corpo così perfetto.

Fine Capitolo Quattordici
 
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7 replies since 1/8/2010, 15:10   328 views
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