Intervista a Zac Efron per Screenweek

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» Posted on 13/3/2012, 14:30
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Zac Efron è destinato almeno per un altro po’ a rimanere soprattutto l’idolo delle teenager. Ma intanto dice di prendersi piuttosto seriamente come attore, e con Lorax – Il Guardiano della Foresta ha colto l’occasione per sposare il messaggio “green” al centro del libro del Dr. Seuss. Nel film di animazione della Illumination Entertainment, l’attore doppia (ma solo nella versione originale in inglese) il giovane Ted, che per conquistare la ragazza di cui è follemente innamorato, si spinge fuori dalla città di plastica in cui vive per andare a trovare il “cattivo pentito” Once-ler e scoprire dalle sue labbra la storia del Lorax. Lo abbiamo incontrato a Roma, dove è arrivato insieme a Danny DeVito per presentare il film al pubblico italiano.

•Zac, senti la responsabilità di trasmettere un messaggio così importante come quello di Lorax – Il Guardiano della Foresta ai tuoi fan?
Sì, prima di tutto il film parla della capacità di fare qualsiasi cosa per amore, e questo è molto bello. Ma dice anche di impegnarsi, di fare qualcosa di concreto, soprattutto ai giovani che si sentono piccoli e senza alcun potere di cambiare le cose. Anche il mio personaggio, Ted, comincia il suo viaggio spinto dall’amore, ma presto arriva a sposare una causa molto più grande e più importante, cioè salvare il Pianeta. E mi piace pensare che sia mia responsabilità trasmettere questo messaggio e impegnarmi in prima persona.

•È la prima volta che doppi un film di animazione?
Sì, ed è stato molto divertente, anzi fantastico, per niente come me lo aspettavo. Sei solo tu e il microfono. Tutto il resto deve venire da te, da quello che hai dentro.

•Hai incontrato difficoltà?
Nessuna in particolare. L’unica cosa strana è essere ripreso: immagini gli animatori che ti guarderanno urlare e gesticolare come un ragazzino di 12 anni, ed è un po’ strano!

•Conoscevi già il libro del Dr. Seuss?
Assolutamente sì. Me lo leggevano sempre mio padre e mia madre quando ero piccolo. Ne ho trovata una copia a casa che sulla prima pagina ha il nome di mio padre scritto in stampatello: probabilmente è stato il suo primo libro, e lui poi l’ha passato a me. È stato molto bello vedere questa storia che prende vita sul grande schermo e poterla condividere tanto con le nuove generazioni che con i miei genitori. Dr. Seuss, in generale, era una tradizione in famiglia. D’altra parte è divertente, colorato, e anche un po’ stravagante, nel senso positivo della parola. Ma soprattutto ha sempre cercato di trasmettere valori importanti, e credo che questa sia la cosa che lo rende più speciale.

•Hai incontrato Danny DeVito durante il doppiaggio?
Molto brevemente, ci stiamo incontrando più spesso ora che siamo impegnati nella presentazione del film. Ed è davvero straordinario. Guardo i suoi film sin da quando sono piccolo, e ho sempre sentito dire da chi lo conosceva personalmente che è un tipo molto piacevole. Ora che lo conosco anch’io, posso dire che è ancora meglio! E poi basta vedere come riesce a catturare l’attenzione delle persone, è davvero incredibile.

•Ma è vero che non ti piace sentirti doppiato in italiano?
No, è stato solo un po’ strano la prima volta. Ero col resto del cast a una presentazione di High School Musical 3, e abbiamo sentito il doppiaggio degli altri personaggi. I ragazzi avevano una voce molto profonda, molto bella, è anche quella delle ragazze era graziosa. Poi è arrivato il mio, e aveva una vocina molto più acuta. Tutti gli altri sono morti dalle risate prendendomi in giro per quella voce, ma comunque sono sicuro che il doppiatore abbia fatto un buon lavoro!

•Credi che sia giusto cominciare a sensibilizzare i più piccoli riguardo alla questione ambientale?
Certo, è proprio quello di cui parla il libro del Dr. Seuss. È una storia divertente ma al centro c’è una questione molto seria, cioè quello che possono seminare le nuove generazioni. I bambini però sono sempre sottoposti a molte influenze, per cui è importante che anche noi cerchiamo di piantare in loro i giusti semi, come quello dell’ambientalismo.

•Il tuo prossimo progetto?
Uscirà a breve Ho cercato il tuo nome, è tratto da un romanzo di Nicholas Sparks mentre la regia è di Scott Hicks. Parla di un soldato alla ricerca della donna che gli ha salvato la vita in guerra, di cui però ha solo una fotografia. Credo che sia magnifico, molto romantico. Poi c’è The Paperboy, che invece è un film molto più indipendente, dark e particolare, e in cui recito con Matthew McConaughey e Nicole Kidman.

•Nel film, il tuo personaggio, il giovane Ted, e sua nonna, sono dei veri sognatori, mentre gli adulti sono molto più cinici. Tu lavori a Hollywood, uno dei posti più cinici del mondo, riesci ancora a sognare a occhi aperti?
Credo di essere un po’ entrambe le cose, ma proprio lavorando in un contesto del genere secondo me è importante rimanere sognatori. Ti aiuta ad andare avanti.

•Considerando che conoscevi già il libro, ti è piaciuto come hanno modificato la trama, aggiungendo la storia d’amore che vive il tuo personaggio, e svelando il volto del cattivo Once-ler?
Credo che il lavoro degli sceneggiatori sia stato fondamentale, anche perché dovevano tirare fuori un film da un racconto molto breve. Nel caso del mio personaggio è stato davvero un bene, visto che nel libro non si vede quasi per niente! In generale, però, credo che il fatto di aver aggiunto un lato romantico alla storia sia molto utile per permettere ai ragazzi di oggi di identificarsi meglio col protagonista e con la sua ricerca di un vero albero. Per quanto riguarda Once-ler, non credo che sia propriamente cattivo, più che altro è cinico. Ma alla fine è lui che dà fiducia a Ted, riconoscendo in lui il potere della gioventù.

•Quando leggevi il Lorax da piccolo, ti immaginavi in Ted o in altri personaggi? Hai mai pensato di interpretare il Lorax in persona, magari?
Ma vuoi scherzare? Quel ruolo è cucito addosso a Danny! E poi io ho la parte perfetta: giovane, ambizioso, tremendamente romantico… Questo sono io!

•E qual è la cosa più romantica che hai fatto per una ragazza?
Penso scrivere canzoni o cose del genere. Forse qualche anno fa ero un po’ più folle.

•Ma c’è ancora chi ti identifica ancora con il Troy di High School Musical?
Sì, continuamente. Molti dei miei fan sono ancora legati a lui e probabilmente lo porterò con me per molto tempo. E la cosa non mi dispiace affatto, Troy fa innegabilmente parte di me.

Fonte: blog.screenweek.it
 
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